Dopo un anno di esperienza entusiasmante e faticosa per far nascere e crescere il sito internet “ilvicinoriente.it”, abbiamo deciso di dar vita alla fondazione “il Vicino Oriente”. Gli scopi che ci animano non sono mutati, favorire la conoscenza e la comprensione del Vicino Oriente e nel Vicino Oriente. Ma visto il successo che finora ha arriso all’impresa, riteniamo di poter dare a questo sforzo comune una veste diversa, capace di attirare nuove energie e di ampliare la rosa delle attività che potremo costruire e coordinare. La nostra convinzione resta quella di sempre: e cioè che il Vicino Oriente possa e debba essere aiutato a trovare il suo cammino verso la democrazia e verso la stabilità, il suo cammino verso un futuro di convivenza tra i tanti popoli che da tempi immemorabili lo abitano e tra i tanti Stati che negli ultimi sessant’anni sono stati in guerra continuamente contro Israele e spesso anche tra di loro. Siamo convinti che a un tale obiettivo sarà possibile giungere solo quando la democrazia non rappresenterà più l’eccezione solitaria in un mare di regimi autoritari, ma sarà invece la forma politica tipica di tutta la regione. Crediamo che il percorso verso la pace e verso la democrazia sia un percorso unitario, per quanto destinato a compiersi con gradualità e senza l’illusione che brusche pressioni dall’esterno possano portare ad altro che il rinserrarsi di ogni popolo nella parte più oscura e impermeabile della propria identità. Con l’auspicio di vedere crescere e diffondersi la pianta della democrazia, della libertà e della non violenza in tutto il Vicino Oriente, e animati da simpatia verso tutti i popoli che lo abitano, restiamo però profondamente consapevoli che un’amicizia particolare ci lega all’unica democrazia della regione, Israele, del cui destino l’Europa e l’Italia non possono mancare di preoccuparsi, anche per le responsabilità storiche che tutti gli europei hanno nei confronti del popolo ebraico e di questo Stato.
Riteniamo che la conoscenza e il dialogo reciproci tra gli uomini e le donne che abitano il Vicino Oriente sia la premessa per qualsiasi percorso di pacificazione che parta dal basso, dal cuore e dalla mente di ognuno. Allo stesso tempo siamo convinti che l’attenzione da parte dell’opinione pubblica internazionale rappresenti un aiuto decisivo per accompagnare questo processo, e per sostenerlo negli inevitabili momenti in cui persino la speranza appare un lusso.
Crediamo fermamente che la sfida per l’avanzamento della pace, della libertà e della democrazia nel Vicino Oriente sia una sfida che l’Europa non può non raccogliere: per non rinunciare a qualunque possibile futura rilevanza nella politica internazionale, e se vuole evitare che la violenza, l’intolleranza e la mortificazione dei diritti naturali e inviolabili di cui ogni essere umano è dotato per nascita si stabiliscano in maniera permanente sulla sua soglia di casa. L’esperienza di questi decenni ci dice che il mondo può sopravvivere senza grossi problemi a un Vicino Oriente in condizioni di cronica instabilità e crescente disordine. Ma non è questo il mondo in cui desideriamo vivere e non siamo sicuri che il progressivo deterioramento delle condizioni di vita e di sicurezza di questa regione non finisca, prima o poi, col produrre effetti anche sulla qualità della nostra convivenza. Nessuno di noi vuole far finta di nascondersi le differenze, le divergenze, i punti anche di contrasto che ci sono in quella regione: tra gli abitanti di quella regione e i governi dei Paesi occidentali e tra i governi di quella regione tra di loro. Non siamo guidati da “buoni sentimenti”, né inclini ad adagiarci su una autorassicurante visione ottimistica della natura umana o della possibile soluzione di problemi complessi, resi ulteriormente difficili dal passare dei decenni. Semmai, lo spirito che ci anima è quel “pessimismo della ragione e ottimismo della volontà”, che appartiene alle pagine più alte della tradizione intellettuale italiana. Vogliamo infine contribuire a combattere quell’atteggiamento che ci pare pericolosamente diffondersi nella nostra società, per cui, quando un problema è troppo complicato, tanto vale girare la testa dall’altra parte e vedere se si può parlare d’altro.
In tal senso, la fondazione “il Vicino Oriente” si propone:
- di organizzare seminari e convegni, tanto aperti al più vasto pubblico quanto di carattere seminariale, per promuovere la conoscenza della regione e dei suoi problemi e per mettere a confronto le analisi e le ipotesi di soluzioni avanzate dagli studiosi e dai policy makers;
- di rendersi disponibile a promuovere incontri nei Paesi della regione e a raccogliere e diffondere testimonianze tra esponenti politici, intellettuali, e membri delle società civili interessati a favorire il cammino verso la pace democratica;
- di organizzare occasioni di studio e soggiorno di studenti e docenti universitari provenienti dall’area allo scopo di favorire la reciproca conoscenza;
- di continuare ad alimentare il sito internet “ilvicinoriente.it”;
- di studiare la possibilità di dar vita a una rivista dedicata ai temi oggetto dell’attività della fondazione;
- di istituire il premio Gibran Tueni dedicato alla memoria del giornalista libanese, direttore ed editore del quotidiano An-Nahar, ucciso a Beirut il 12 dicembre 2005. Il riconoscimento sarà assegnato annualmente a giovani giornalisti che si saranno distinti per il loro lavoro in paesi dell’area mediorientale, segnalati da Nayla Tueni, figlia del giornalista scomparso.
"il Vicino Oriente" Foundation
Charter
After an exhausting yet rewarding year spent creating and expanding the “ilvicinoriente.it” website, we made the decision to set up the “il Vicino Oriente” [Middle East] foundation. Our driving purpose remains unaltered: to foster knowledge and understanding both of the Middle East and within the Middle East. However, given the success that the venture has so far enjoyed, we believe we are in a position to bring a new facet to this common effort which will attract new input and enable us to extend the cluster of activities we are able to set up and coordinate. Our belief remains unchanged: that the Middle East can and should be assisted in finding its path to democracy and stability, its path towards peaceful coexistence between the many peoples who have inhabited the area since time immemorial and between the many states which, in the last sixty years, have been at war with Israel and often with each other. We are certain that this objective can only be achieved when democracy is no longer the sole exception in a sea of authoritarian regimes, but rather the dominant form of government in the region. We believe that the road to peace and democracy should be travelled together, but step by step, and without the illusion that sudden external pressures can lead to anything but people shutting themselves away in the darkest and most impenetrable parts of their own identity. In the hope of seeing the tree of democracy, freedom and non-violence flourish and spread throughout the Middle East, and spurred on by our compassion towards its people, we remain nevertheless deeply aware that a special understanding links us to the sole democracy in the region, Israel, in whose destiny Europe and Italy have a vested interest, not least on account of European historical responsibilities in respect of the Jewish people and the State of Israel.
We believe that mutual understanding and dialogue between the men and women of the Middle East is the bedrock for any road towards reconciliation that starts from the bottom up, from the hearts and minds of the people. We are also certain that the attention of international public opinion represents a crucial aid in accompanying this process, and in supporting it during those inevitable moments in which even hope seems like a luxury.
We firmly believe that the challenge to promote peace, freedom and democracy in the Middle East is one that Europe cannot fail to take up if it is not to renounce potential future consequences in international politics, and if it wishes to avoid violence, intolerance and the denial of the natural and inviolable rights that are every human being’s by birth, taking root on its doorstep. The experience of recent decades has shown that the world can survive a Middle East in a state of chronic instability and mounting unrest without major problems. But this is not the world we want to live in, and we cannot be certain that the progressive worsening of living conditions and security in the region will not end, sooner or later, by impacting on our quality of life, too. None of us would deny the existence of differences, diversity and contrasts within the region, between the region’s inhabitants and Western governments and between the region’s governments themselves. We are not driven by “good feelings”, neither are we inclined to yield to a self-reassuring optimistic vision of human nature and possible solutions to complex problems, made harder over time. At most, the spirit that drives us is that “pessimism of reason and optimism of will” that belongs to the highest echelons of the Italian intellectual tradition. In short, we want to contribute to combating the attitude that is spreading so dangerously through our society: that of turning away and changing the subject when a problem is too complex.
To this end, the “il Vicino Oriente” foundation proposes the following:
- to organise seminars and conventions, both open to the wider public and smaller in nature, to promote knowledge of the region and its issues and to compare analyses and hypothetical solutions put forward by scholars and policymakers;
- to offer to promote meetings in states in the region and to collect and circulate testimony by politicians, intellectuals and members of society interested in furthering the path towards democratic peace;
- to organise opportunities for study and study trips abroad for students and university lecturers from the area in the interest of furthering mutual understanding;
- to continue to develop and update the “ilvicinoriente.it” website;
- to investigate the possibility of starting up a review dedicated to the themes which are the object of the foundation’s activities;
- to found the Gibran Tueni award dedicated to the memory of the Lebanese journalist, editor and publisher of the daily newspaper An-Nahar, who was assassinated in Beirut on 12 December 2005. The award will be given each year to young journalists who have distinguished themselves in their work in countries in the Middle East, and shortlisted by Nayla Tueni, daughter of the late journalist.