da il Riformista del 2 gennaio 2009 di Francesco De Leo
In Iran si vive con grande coinvolgimento e trasporto le drammatiche vicende che si svolgono in queste ore nella Striscia di Gaza. Un giorno di lutto nazionale, solidarietà totale da parte degli ayatollah al movimento islamico di Hamas, cure per un imprecisato numero di palestinesi feriti giunti sin qui, manifestazioni studentesche e voglia di immolarsi e morire per Gaza. “Tutti i combattenti palestinesi e gli altri credenti del mondo islamico, sono responsabili della difesa delle donne, dei bambini e della gente indifesa di Gaza”, aveva scritto qualche giorno fa la Guida Suprema, Seyyed Ali Khamenei, in un messaggio chiuso dalla citazione del Corano “gli oppressori vedranno presto il destino che li attende”.
Una serie di attacchi e invettive contro “l’orrendo crimine dei lupi sionisti a Gaza”, che “con il massacro di centinaia di uomini, donne e bambini innocenti, ha tolto nuovamente il velo dell’inganno ed ha mostrato il pericolo della presenza di questo miscredente bellicoso (kafir harbi) nel cuore dei territori della Nazione Islamica”. Decisamente inquietante e quanto mai chiaro il passaggio in cui il Leader Supremo incitava gli islamici alla reazione: “ogni musulmano che muore in questa legittima e sacra difesa è un martire, e nel Giorno del Giudizio avrà la speranza di unirsi alle file dei martiri delle battaglie di Badr e Uhud, in presenza dell’Inviato di Dio”. Il sito web del quotidiano israeliano Yedioth Aharonot ha parlato del resto di 10.000 aspiranti kamikaze iraniani, appartenenti a cinque organizzazioni studentesche conservatrici, che avrebbero chiesto al governo di Teheran il permesso di andare a immolarsi contro Israele in risposta all’offensiva nella Striscia di Gaza. Il presidente della Repubblica Mahmoud Ahmadinejad non avrebbe ancora dato risposta a questi volontari, ma ha passato ore al telefono con il presidente del Senegal e presidente di turno dell'OCI, l’Organizzazione dei Paesi Islamici, Abdullah Wad, per esaminare gli ultimi sviluppi della situazione a Gaza. Il presidente iraniano ha ribadito la necessità di un intervento deciso da parte dei paesi islamici per fermare “i crimini ai danni della popolazione di Gaza” ricordando “che esistono diversi strumenti per mettere sotto pressione l’entità sionista”. L’Iran conferma insomma la ferma volontà di puntare sul movimentismo violento e fondamentalista di Hamas, per il suo eversivo disegno mediorientale, fedele al metodo inaugurato in Libano con Hezbollah. Il tentativo è cavalcare la protesta delle masse arabe contro i loro governi accusati di poco radicalismo contro Israele. “Quale calamità è maggiore del fatto che i governi musulmani, che dovrebbero appoggiare l’oppresso popolo di Gaza davanti al regime usurpatore, miscredente e guerrafondaio, abbiano una condotta che spinge le autorità sionista a dichiarare arrogantemente che essi sono d’accordo e appoggiano questa grande tragedia?”, gli interrogativi nel messaggio di Khamenei. “Quale risposta daranno i capi di questi paesi davanti al Messaggero di Dio? Che risposta daranno ai loro popoli, che sono sicuramente in lutto per questa calamità?”. Sulla stessa linea della massima autorità iraniana, l’Ayatollah Hashemi Rafsajani, presidente del Consiglio per il Discernimento. “I sionisti sono sostenuti con tutti i mezzi dall’Occidente, ma un miliardo e mezzo di musulmani di 57 Paesi indipendenti del mondo sono dei semplici spettatori dei crimini perpetrati da Israele nella Striscia di Gaza”, ha tuonato contro l’atteggiamento, a suo avviso passivo, dei paesi musulmani e arabi nei confronti di quello che sta accadendo in questi giorni nella Striscia. In Iran comunque gli obiettivi delle accuse della Guida e del Governo sono stati ben compresi. Bottiglie incendiarie sono state scagliate contro la sede dell’ambasciata di Giordania e contro la rappresentanza diplomatica dell’Egitto, accusato di sostenere Tel Aviv con la chiusura del valico di Rafah. Un negozio della catena italiana Benetton è stato invece dato alle fiamme nel nord di Tehran, perche “legato alla rete sionista”, secondo la ricostruzione dell’episodio che ne ha fatto il giornale iraniano Jomhuri Eslami.
©opyright Edizioni Riformiste Piccola S.c.p.a.